Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 118
Noi diremo alcune parole su questo Etiopo, che ne dovrà assai interessare. Egli era nativo della Libia ed un giorno era ricco e potente; ma la sua stella lo volle misero schiavo. In un funesto scontro che egli ebbe coi Giannizzeri del Soldano, fu fatto prigioniero, trasportato in Oriente e ivi venduto. Caso volle che Federico passando in quelle incontrade lo vedesse e, trovandolo robusto e forte, non che calcolando sulla fedeltà del moro verso il suo padrone e sul terrore che incuteva nei Sardi così fatta genìa, lo comprasse ed accomodasse a suo servigio.
p. 119
Eppure il moro è ospitale come l'Oasi del suo deserto... amico come l'ombra delle sue palme... soave come il frutto del suo cocco... La sua ardenza supera i calori di Sahara, il suo furore, i groppi del Simouhr.
p. 119
Adunque: l'insulto – si ripari coll'insulto; il sangue, si lavi col sangue... il delitto si punisca col delitto! Questa si chiama giustizia.
p. 119
Forse perchè la capricciosa natura le diede una tinta bruna?!
p. 120
Decisamente costui ha il cuore più feroce della tigre d'Africa! La tigre – anch'essa – quando s'è abbeverata di sangue, cessa dal far strage e si sdraia e si addormenta per lunga pezza.