Romolo Riccardo Lecis
Roma, Maglione e Strini, 1923
La razza. Frammento di recentissima storia
Romolo Riccardo Lecis
p. 262
Il sole ascende superbo nel cielo turchino che s’ingloria di splendore e a mano a mano vince ed infiamma l’ombra: l’ombra dei boschi, l’ombra delle valli, l’ombra dei piani.
p. 265
Niuno, forse, più del sardo è portato a sentir romanamente.
Fermamente credo che il sardo sia il vero unico erede di Roma antica. Il tesoro di energia che gli fa ricco il cuore e gli ha lasciato una tradizione gloriosa nel mondo – tradizione cementata di sangue in questi ultimi anni – appare tanto più notevole in quanto è gelosamente e furentemente preservato contro l’insidiosa "fortuna" che avversa la Sardegna. E la gente sarda rimane una razza.
p. 267
Non sono caduto, ed ora mi dispongo a ridonare alla giovinezza, alla fede, alla libertà che ha sapore di frutto italico, alla virtù di nostra razza che non traligna quel che esse m’hanno donato.
pp. 268-269
Dal molto sangue nobile, eroico, fecondo che fu sparso, l’Italia, ch’è la patria eterna ed indefessa e sarà un giorno Signora con tutto il dominio non soltanto morale che i fati le assegnano, l’Italia, dico, trarrà grande forza e grande audacia per riprendere ormai tutte le sue corone. Con la corona della Vittoria – e nessun’altra nazione vittoriosa potrebbe a Lei contendere il primato e l’onore – ha ben diritto a tutte le altre corone. Lo sai, lo sappiamo e ne siamo supremamente orgogliosi, tutti lo sanno – fratelli, amici, nemici interni e nemici esterni – tutti, tutti: se nazione vi fu, in quest’immane conflagrazione sanguinosa, che portò salute al mondo, allo spirito, all’idea, alla giustizia e ringagliardì i muscoli alla vittoria latina e le impennò le ali innanzi che suonasse l’ora dell’armistizio, questa nazione è l’Italia. Le sorelle Latine contribuirono; Lei fu conduttrice. Le sorelle Latine furono ben eroiche; Lei fu tra tutte la più eroica. Le sorelle Latine subirono una dolorosa croce; Lei sotto la sua croce fu più volte per morire, esausta e straziata, e con essa salì tutto il Calvario e solo quand’ebbe toccato quella cima che non pare possa essere affrontata da forze umane trovò la gloria che cercava. Quand’ebbe la sua salvezza, furon salve le sorelle e fu salvo il mondo. Ma salvatrice rimane l’Italia, e Lei sola. Ecco perchè gli Italiani d’oggi vogliono sia issata alla cima più alta la loro bandiera lacera e splendente.
p. 270
Egli è attualmente decorato anche di una medaglia d’argento al valor militare; ha due distintivi per ferite e quello di mutilato per la gravissima ferita riportata nel combattimento del 19 agosto 1917 a Raccogliano Biglia, la quale lo rese permanentemente invalido.