Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 148
E non ha dimenticato gli anelli, no; i grandi anelli preistorici, ornati di cammei, di pietre gialle e verdi, di cornìole incise.
p. 148
Le stelle scaturivano, scintille d'oro, fra la cenere azzurrognola del caldo crepuscolo.
p. 149
- E dire che voleva diventare un bandito! Sarei curioso di vederlo! Lo vedrò. Entro questo mese mi recherò certamente a Fonni.
p. 149
La vecchia colomba è nello studio semplice e ordinato del signor Carboni. Ecco, quella è la scrivania dove una sera lo studente ha frugato e... Oh, Dio, è mai possibile che egli abbia commesso una così vile azione? Sì, quando si è ragazzi non sì è coscienti; tutto è facile, tutto è possibile.
p. 149
- No, - disse Anania, pensando allo strazio del topolino, - per stasera non te lo lascio prendere: neppure un topolino, deve stasera soffrire in questa casa. Usciu, usssciuu! - gridò balzando in piedi e correndo verso il gattino che vibrò tutto e saltò sopra il forno.