Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 133
Ebbene, non le piacerebbe fare un pellegrinaggio alla Madonna di Gonare, così, con una luna splendida? Salire a cavallo piano piano, pei boschi, pei dirupi, avanti, sempre avanti, mentre la chiesetta si disegna sul cielo, in alto, in alto, in alto!...
p. 133
Maria scuoteva la testa con indifferenza; zia Varvara, al contrario, sussultava tutta e sollevava gli occhi, quasi per cercare con lo sguardo la chiesetta campeggiata sull'azzurro tenero del cielo lunare, in alto, in alto, in alto!
p. 134
Le onde erano cavalli marini che lottavano contro spiriti invisibili. Ad un tratto un urlo salì dal mare, Anania sussultò d'orrore, aprì gli occhi e gli parve di averli azzurri.
p. 134
- Ti ricordi, mamma, tu mi insegnavi la piccola poesia:
Luna luna
Porzedda luna
p. 134
Visioni apocalittiche sorgevano, s'incalzavano, si mescolavano, sparivano, come nuvole mostruose, intorno a lui. Fra le altre cose egli vedeva il nuraghe col gigante ed il San Giorgio del sogno febbrile di zia Varvara; ma la luna si staccava dalla figura del Santo e volava sul cielo; altre due lune, rosse e immense, la seguivano.