Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 396
E la figura della Maddalena, che dicono dipinta dal vero: l'amore, la tristezza, il rimorso e la speranza le ridono e le piangon negli occhi profondi e nella bocca amara...
Efix la guarda e sente, come sempre davanti a questa figura che s'affaccia dall'oscurità di un passato senza limiti, un capogiro come se fosse egli stesso sospeso in un vuoto nero misterioso...
p. 396
Gli sembra che tutto intorno a lui si animi, ma d'una vita fantastica di leggenda; i morti risuscitano, il Cristo che sta dietro la tenda giallastra dell'altare, e che solo due volte all'anno viene mostrato al popolo, scende dal suo nascondiglio e cammina: anche Lui è magro, pallido, silenzioso: cammina e il popolo lo segue, e in mezzo al popolo è lui, Efix, che va, va, col fiore in mano, col cuore agitato da un sussulto di tenerezza...
p. 397
La processione esce fuori dal paese, e il paese è tutto fiorito di melograni e di vitalbe; le case son nuove, il portone della famiglia Pintor è nuovo, di noce, lucido, il balcone è intatto...
p. 397
Efix aspettò ch'ella scendesse. Seduto al sole sugli scalini, con la berretta ripiegata per farsi un po' d'ombra sul viso, appuntava col suo coltello a serramanico un piuolo che donna Ruth desiderava piantare sotto il portico; ma lo scintillare della lama al sole gli faceva male agli occhi e la violacciocca già appassita tremolava sul suo ginocchio.
p. 397
Donna Ester s'avvicinò, al pozzo per coprire con un'assicella una piantina di garofani, salì svelta le scale, chiuse porte e finestre.