Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 66
Infatti il negoziante non si piegò mai; e la donna andò ad abitare dall'altra parte del paese, verso il convento ov'erano le scuole; rivestì il costume, ma un costume un po' falsato, arricchito di nastri e di merletti, e dal quale si riconosceva subito la donna di fama equivoca.
p. 66
Anania la vide un giorno, e poi sempre, mentre si recava al ginnasio; ella abitava una casa nerastra, intorno alle cui finestre biancheggiava una striscia di calce che terminava in una croce.
p. 66
In estate rimaneva a testa nuda, coi capelli nerissimi rialzati un po' a ciuffo sulla breve fronte, e teneva un fazzolettino di seta grigia intorno al lungo collo.
p. 67
Faceva quasi caldo; nuvolette rosee correvano sul cielo latteo, perdendosi dietro i ceruli picchi dei monti d'Oliena; dalla vallata salivano, quasi da una immensa conchiglia colma di verde, profumi e suoni sfumati nell'aria calda.
p. 68
Lo seguiva un giovinetto in costume di Fonni, magro e pallido e con un visetto da topo.