Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 62
In primavera il sambuco fioriva nel cortiletto, le mosche e le api ronzavano nell'aria luminosa; nelle strade e nelle case si delineavano sempre le stesse figure; zio Barchitta il pazzo, con gli occhi azzurri fissi e la barba ed i capelli lunghi, simile ad un vecchio Gesù mendicante, continuava nelle sue innocue stravaganze [...] i bambini laceri giocavano coi cani, i gatti, le galline, i porcetti, le donnicciole si bisticciavano, i giovanotti cantavano cori melanconici nelle notti serene illuminate dalla luna, il lamento di Rebecca vibrava nell'aria simile al canto del cuculo nella tristezza d'un paesaggio desolato.
p. 63
- Che dite voi, vecchia cavalletta! - esclamò il mugnaio, adirandosi. - Come il diavolo, voi, più invecchiate, più diventate maligno.
p. 63
Il mugnaio raschiò e tossì a sua volta, e avrebbe voluto che Anania non udisse le parole sacrileghe dell'ortolano, ma anche lui non poté contenersi, e cominciò ad inveire contro zio Pera. Schifoso, maligno, topo morto, che modo di parlare è il vostro?
p. 63
- Andiamo! - riprese il vecchio raschiando e tossendo. - E le cose forse non si sanno? Ebbene, solo i cani riescono a nascondere le loro immondezze. Perché il padrone non fa studiare i suoi bastardi? Anania, che guardava alla finestra, sotto la quale odorava un mucchio di sanse fumanti, sentì un fremito di dolore, come se qualcuno l'avesse percosso.
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- E che le cose non si sanno? - ripeté il vecchio, prendendo il randello in mano, come per difendersi da un possibile attacco. - Il bambino che lavora nella bottega di Franziscu Carchide è forse figlio di Gesù Cristo'? Ebbene, perché il padrone non fa studiare quel bambino, che è suo?
- È il figlio d'un prete, - disse il mugnaio, abbassando la voce.
- Non è vero. È del padrone. Osservalo; è tal e quale a Margarita.
- Ecco, - rispose il mugnaio completamente disarmato, - quel bambino è cattivo come il diavolo: non si può far studiare. Si può combattere contro le pietre?
- Ah, bene! - mormorò zio Pera, ripreso da un attacco di tosse.