Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 44
Condusse Anania in una camera sucida e disordinata, ingombra di pelli d'agnello puzzolenti; cercò la chiave del cassettone in un nascondiglio e si fece aiutare ad aprire il cassetto: oltre il biglietto rosso delle cento lire c'erano altre carte-monete e denari in argento, ma i due ladruncoli domestici presero soltanto il biglietto rosso, richiusero, rimisero la chiave.
p. 44
- Ora lo tieni tu, - disse Bustianeddu, ficcando il biglietto in seno ad Anania; - stanotte lo nasconderemo nell'orto del molino, nel buco della quercia, sai; poi aspetteremo.
p. 44
Cadeva una sera chiara e fredda; la luna piena sorgeva fra le roccie nere dell'Orthobene, illuminando l'orto con un chiarore d'oro.
p. 45
- Niente. Ho sentito invece il passo di due uomini, e mi sono nascosto sotto i cavoli. Ecco, sai chi erano i due uomini? Zio Pera e Mastru Pane.
p. 45
Giungeva ai due bimbi affacciati alla finestruola un disperato miagolìo di gatto che pareva un lamento umano.
- Che cosa è? Pare il diavolo! - disse Anania. - Io non scendo, no, io ho paura.
- E rimani qui, allora! È un gatto, non senti? - rispose l'altro con disprezzo.