Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 40
- Tu non l'hai raccolta? - gridò il mugnaio, rizzandosi sulla sua pala nera.
- Eccola, - rispose Nanna, frugandosi in tasca e avvicinandosi al mugnaio, che si pulì le mani passandosele sulle ginocchia, e poi esaminò la moneta di rame fatta nera-verde dal tempo.
p. 41
- Provate un po' a mettervi qui, voi, al posto delle olive, per sentire la nostra forza.
- Che una palla vi trapassi la milza, che una palla vi trapassi il calcagno, - continuava ad imprecare zio Pera.
p. 41
- Bene! - esclamò Maestro Pane, il vecchio falegname gobbo, che aveva un solo baffo grigio sulla gran bocca sdentata; poi egli andò e mise il chiodo sotto.
p. 41
Il ricco contadino ed il padre di Bustianeddu, giovine olivastro con gli occhi turchini e la barba rossa, congiuravano per far ubriacare Nanna onde ella dicesse ciò che sapeva sul conto di zio Pera; e intanto l'ortolano gridava contro i due uomini che spingevano la spranga perché, secondo lui, essi non spiegavano abbastanza le loro forze.
p. 42
Eppure voi siete più cattivi di Efes. Tutti nel mondo siamo cattivi, agnellino mio, ma bisogna che ci compatiamo a vicenda: altrimenti guai, ci divoreremmo come i pesci del mare. Re Salomone disse che spetta soltanto a Dio giudicare... Hai capito?