Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 550
Ed era pallida, nel suo vestito granato, con gli occhi cattivi pieni di lagrime.
Ma Efix non ne provò dolore.
- Siamo nati per soffrire come Lui; bisogna piangere e tacere..., - disse con un soffio.
E questo fu il suo augurio.
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L'usignuolo cantava, il cieco raccontava la storia del palazzo d'oro del Re Salomone.
p. 551
Noemi starà bene... là... mangerà bene, ingrasserà, darà i denari a donna Ester per accomodare qui il balcone. Starà bene... Sarà come la Regina Saba. Ma anche lei, la Regina Saba non era contenta... Anche Noemi si stancherà della sua croce d'oro e vorrà andare lontano, come Lia, come la Regina Saba, come tutti...
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Chiuse gli occhi e si tirò il panno sulla testa. Ed ecco si trovò di nuovo sul muricciuolo del poderetto: le canne mormoravano, Lia e Giacinto stavano seduti silenziosi davanti alla capanna e guardavano verso il mare.
p. 551
Ed egli vedeva la casa di don Predu, coi melagrani carichi di frutta, i palmizi, le stuoie coperte di grappoli d'uva e di zucche d'oro.