Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 526
Aveva preso un cavallo a nolo, perché costa meno della carrozza; e mi prese in groppa: era bello, andare così, pareva di esser giganti.
p. 526
- Dimmi tutto; puoi dirmelo, Zuannantò. Io sono come di famiglia.
- Sì, ecco, vi dirò.Dunque Grixenda stava male; si consumava, come un lucignolo. Di notte aveva la febbre: s'alzava come una matta e diceva: «voglio andare a Nuoro». Ma quando si trattava di aprir la porta non poteva. Capite: c'era fuori la nonna che spingeva la porta e le impediva di andare. Allora, una volta, sono andato io, a Nuoro.
p. 526
Credo che abbiano litigato perché venne fuori con gli occhi rossi, come avesse pianto; Grixenda lo guardava e rideva, ma stringeva i denti.
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an style="font-size: small;">Fuori le canne dei ciglione frusciavano con tale violenza che pareva combattessero una battaglia.
p. 527
L'alba è quasi fredda e le colline bianche sembrano coperte di neve.