Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 522
Ed ecco Efix, vinto dal sonno, crede di non poter più sollevare le palpebre e di sognare: vede il vecchio cieco mettersi a sedere, protendersi in ascolto, appoggiare la mano al tronco della quercia, alzarsi e dopo un momento di esitazione accostarsi a lui e con la mano adunca tirar su la bisaccia come pescandola nell'ombra.
p. 522
Dopo la Festa di San Cosma e Damiano di Mamojada, Efix e i ciechi andarono a Bitti per la Madonna del Miracolo.
p. 522
Prima di arrivare fecero tappa sopra Orune, ma sebbene stanco Efix non s'addormentò per paura che gli rubassero la bisaccia col gruzzolo raccolto nelle ultime feste.
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Egli non si muove, non parla: e il vecchio se ne va, piano piano, su fra le macchie e le pietre, senza voltarsi, grande e nero sullo sfondo azzurro della montagna.
p. 522
E a poco a poco alla sorpresa seguì un impeto di gioia, un desiderio di ridere: e rise, e tutto intorno il cielo si colorì di azzurro e di rosa, e le cinzie cantarono fra le macchie.