Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 519
Efix aveva sempre paura d'esser riconosciuto sebbene vestito da borghese e con la barba grigia ispida come una mezza maschera fatta di pelo d'asino: guardava le figure che passavano sul sentiero davanti a lui, se qualcuna gli era nota, e infatti d'improvviso si piegò chiudendo gli occhi come i bambini quando vogliono nascondersi.
p. 519
Il vento passava impetuoso, ma sul tardi il sole apparve fra le nubi squarciandole e respingendole fino all'orizzonte, e tutto brillò attorno ai monti e alle valli ove la nebbia si raccolse in laghi argentei luminosi.
p. 519
Un uomo un po' abbandonato sopra un cavallo nero saliva lentamente, tutto ricoperto da un gabbano d'orbace foderato di scarlatto.
p. 520
p. 520
Veniva giù, dopo aver ascoltata la messa, una catena di fanciulle paesane belle come rose, l'una appresso l'altra strette ridenti.