Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 449
Le colombe bianche tubavano, con le zampe di corallo posate sull'architrave della porticina sotto un tralcio di vite che gettava una ghirlanda d'oro sulla sua ombra nera; e in questa cornice l'usuraia filava, coi piccoli piedi nudi entro le scarpette ricamate, il fazzoletto ripiegato sulla testa.
p. 449
- La mia amica? - egli gridò allora aprendo gli occhi spauriti. E vide rosso. Gridò ancora qualche parola, ma senza sapere quel che diceva, e corse via agitando la berretta come andasse a spegnereun incendio.
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E l'usuraia filava e le colombe tubavano, e le galline beccavano le mosche sulla pancia rosea dei
porcellini stesi al sole: tutto il mondo era tranquillo. Lui solo spasimava.
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Nel cortiletto fu tutto un subbuglio; le colombe volarono sul tetto, i gatti s'arrampicarono sui muri; solo la donna taceva per non far accorrere gente, ma si curvò per sfuggire ai colpi e si difese col fuso, balzando, indietreggiando, e quando fu dentro la cucina si volse verso l'angolo dietro la porta, afferrò con tutte e due le mani un palo di ferro e si drizzò, ferma contro la parete, terribile come una Nemesi con la clava.
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E quando avete bisogno siete buoni, e poi diventate feroci come il lupo affamato. Vattene...