Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 859
Senza parlare ella ritornò al finestrino e tutto fu di nuovo silenzio, nella cucina scura. La testa di lei spiccava nera sul verde e l'oro dello sfondo, con la luna da un lato.
p. 860
Apparve il petto di lui, bianco come quello di una donna, il fianco agile coi nèi simili a lenticchie.
p. 860
La ferita era lì, fra due costole; un piccolo buco rosso. Il sangue continuava a sgorgare, tranquillo come l'acqua dalla sorgente.
p. 861
Dopo, non parlarono più. Si udiva, nel silenzio, il crepitìo della tela di un lenzuolo che Marianna stracciava per farne delle bende, e - di fuori - il canto dell'usignuolo.
p. 863
Si tirò sulla spalla il fucile, guardò a lungo per terra. La luna attraversava il cielo solitario e mandava la sua luce triste dentro la foresta; il mormorio della fiumana s'allontanava: e dai soveri grigi che parevano di pietra, cadevano gocce d'acqua che gli sfioravano il viso e le mani.