Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 857
Allora la vita parve tornare in lei; arrossì e non ritirò la mano ch'egli le stringeva forte, ma disse piano, con voce calma: - Ma questo tu lo sapevi bene; e se io ero ricca davanti a te povero, tu eri povero davanti a me ricca...
Anche lui arrossì: inghiottì la saliva, con disgusto, come inghiottisse un boccone amaro, e scosse la testa.
p. 858
Marianna sollevò gli occhi: vide il cielo tutto schiarito, d'un azzurro verdognolo, con la luna grande, rosea, sopra il bosco ancora grave d'acqua.
p. 858
Vedeva tutto rosso; l'acqua che lo inzuppava si mischiava al suo sudore e diventava calda; e gli pareva di essere tutto intriso di sangue, del sangue sgorgato dalla ferita terribile che Marianna con quella sola parola gli aveva scavato nel cuore.
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Fu Marianna che, precedendo il padre e il servo nella ricerca affannosa e correndo davanti a loro nel bosco come una cerva ferita, lo vide la prima.
p. 859
I due uomini tornavano a guardarsi, di tanto in tanto, con un senso angoscioso di attesa: d'un tratto i cani fuori ripresero ad abbaiare con guaiti lunghi, lamentosi, e Marianna andò alla porta, poi tornò al finestrino; pareva sapesse quello che accadeva di fuori, nel mistero del bosco, e fece un cenno con la mano, verso i cani, come invitandoli a tacere perché potesse sentire meglio.