Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 833
Gli schizzi arrivavano fino al gattino che sonnecchiava accanto al fuoco e sentendosi bagnare il pelo scuoteva solo un orecchio: ma uno schizzo gli andò proprio dentro l'orecchio: allora si alzò; incurvò la schiena e guardò che cosa succedeva.
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Il gattino profittò dell'occasione per saltare sull'orlo della secchia e allungare il muso sul latte fumante; ma come vedesse un cane in fondo al recipiente cominciò a sbuffare e a battersi la zampina sul muso. S'era scottato; rimbalzò a terra e andò accanto al padrone, ma il padrone, che pure lo amava, lo respinse col piede.
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Cominciò a prenderne una e la buttò dentro il secchio ove il latte biancheggiava placido con qualche bollicina galleggiante; e il latte parve svegliarsi di soprassalto e balzare in un'onda schiumante: così ad ogni pietra, finché fu tutto in ebollizione, rotto, coagulato, ingiallito.
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Cominciò a prenderne una e la buttò dentro il secchio ove il latte biancheggiava placido con qualche bollicina galleggiante; e il latte parve svegliarsi di soprassalto e balzare in un'onda schiumante: così ad ogni pietra, finché fu tutto in ebollizione, rotto, coagulato, ingiallito.
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- Ave Maria, - egli salutò, mentre i cani sotto l'albero abbaiavano con insistenza.
- Sei Marianna Sirca?
- Sono. - Ella si alzò. Era più alta di lui e lo dominava col suo sguardo ansioso.