Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 429
Efix trovò la capanna deserta: le padrone erano in chiesa ed egli andò a cercarle, ma si trovò preso in mezzo fra don Predu, il Milese e Giacinto, davanti a un rivenditore di vino, e vide tre bicchieri gialli intorno al suo viso.
p. 429
Efix si fermò un momento in mezzo a un gruppo di paesani del Nuorese: le donne sedevano in fila davanti alle capanne, aspettando l'ora della messa cantata, e i loro corsetti di scarlatto davano un tono rosso all'ombra del muro.
p. 430
Raccolti entro una capanna, seduti per terra a gambe in croce intorno a una damigiana verso cui si volgevano come a un idolo, i poeti improvvisavano ottave pro e contro la guerra di Libia: eran parecchi e si davano il turno, e intorno a loro si accalcavano uomini e ragazzi: di tanto in tanto qualcuno si curvava per prendere di terra un bicchiere di vino. - Bibe, diaulu! - Salute! - Che possiamo conoscerla cento anni di seguito, questa festa, sani e allegri. - Bibe , forca!
p. 430
Il poeta Serafino Masala di Bultei, col profilo greco e vestito come un eroe di Omero, cantava:
Su turcu non si cheret reduire,
Anzis pro gherrare est animosu,
S'arabu inferocidu est coraggiosu,
Si parat prontu né cheret fuire...
p. 430
E Gregorio Giordano di Dualchi, bel giovane rosso vestito come un trovatore, si lisciava i lunghi capelli con tutte e due le mani, se li tirava sul collo, e cantava quasi singhiozzando come una prèfica:
Basta, non poto pius relatare,
Discurro su chi poto insa memoria,
Chi àppana in dogni passu sa vittoria.
De poder tottu l'Africa acquistare;
Tranquillos e sanos a torrare,
Los assistan sos Santos de sa Gloria,
E cun bona memoria e vertude
Torren a dom'issoro chin salude!