Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 760
E subito diventò allegro, fidente; tutto era bello attorno; fra i giunchi brillavano come fiammelle i gigli d'oro; tra un fiore e l'altro ondulavano i fili iridati dei ragni.
p. 761
Eccolo dunque che arriva, Costantino, piccolo, tranquillo come un cacciatore di lepri, col fucile attraverso la giacca di velluto verdastro: un berretto di pelo a riccioli neri mette attorno al suo viso rossiccio, dagli zigomi sporgenti, una seconda capigliatura selvaggia.
p. 761
La grossa bocca semiaperta sui grandi denti pare sorridere di continuo, ma gli occhi obliqui sono tristi, torvi sotto i riccioli neri del berretto calato sulla fronte.
p. 763
Ebbene, sì, andati via quei tre io mi sono incamminato per conto mio, e sono andato fin lassù, negli stazzi, per avvertire il prete..., perché si può rubare a tutti ma a un prete no... Ebbene sì, - proseguì, a occhi chiusi, stanco ma finalmente tranquillo, - ho corso due giorni e due notti: nello stazzo c'era solo la vecchia, bianca come una colomba. «Datemi da bere», le dissi, «sono un viandante assetato». E quando essa mi ebbe dato da bere l'avvertii del pericolo che corre il suo stazzo, e me ne andai.
p. 763
Ebbene, sì, andati via quei tre io mi sono incamminato per conto mio, e sono andato fin lassù, negli stazzi, per avvertire il prete..., perché si può rubare a tutti ma a un prete no... Ebbene sì, - proseguì, a occhi chiusi, stanco ma finalmente tranquillo, - ho corso due giorni e due notti: nello stazzo c'era solo la vecchia, bianca come una colomba. "Datemi da bere", le dissi, "sono un viandante assetato". E quando essa mi ebbe dato da bere l'avvertii del pericolo che corre il suo stazzo, e me ne andai.