Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 754
Hai veduto come i cani non si sono neppure mossi? Perché mi conoscono e sanno che ti voglio bene, Marianna. Ma tu taci, Marianna, e fai bene.
p. 756
E come dopo uno sforzo violento sentì le ginocchia tremarle; ebbe paura della sua promessa, ma non se ne pentì: lacrime di dolcezza e di angoscia tornarono a riempirle gli occhi; e attraverso il loro velo iridato le parve di vedere un arcobaleno curvarsi sopra di lei da un confine all'altro delle sue terre, e ricordò che da bambina andava in cerca dell'anello - l'anello della felicità - sepolto dove comincia o dove finisce l'arcobaleno.
p. 756
- Ascoltami, Marianna, io non posso dirti bene quello che farò, ma tu devi aver fede in me. Verrò una notte da te, a Nuoro, non so dirti precisamente quando, ma certo prima di Natale: e tu aspettami; se non mi vedrai fino a quel giorno vuol dire che son morto!
p. 757
Adesso, sì, gli pareva d'essere alto fino a toccare la luna, come sognava da ragazzetto quando guardava febbricitante e affamato le gregge altrui.
p. 757
Raggiunta? D'un tratto si fermò, si volse, guardò lontano verso la macchia nera della Serra.