Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
La via del male
Grazia Deledda
p. 346
laquo;Sono troppo felice, ho fin quasi paura», pensava, mentre trapuntava una collana per il suo Francesco, con una pazienza ed un'abilità da Aracne.
pp. 349-350
Una volta ho visto una Bibbia con le figure colorate: c'era il paradiso terrestre con alti alberi e campi fioriti, così come in questa tanca. Adamo ed Eva camminavano sull'erba; ecco, mi pare che anche noi siamo nel paradiso terrestre. Quante volte ti ho desiderata, qui, quando ero scapolo. Ah, vedi, mi pare un sogno ora...”
E la stringeva a sé, quasi pauroso di vederla sparire. Ella lo lasciava fare, calma e sorridente come una dea; e passava calpestando i fiorellini e gli insetti, e strappando le rose selvatiche che le sfioravano la mano.
E le giovenche bianche macchiate di nero, i tori rossi dai grandi occhi umidi e come sognanti, i vitellini color caffè-latte, col muso roseo e le corna nascenti, volgevano lentamente il capo e scuotevano la coda, quasi salutando i loro giovani padroni.
p. 351
Quando si svegliava Maria preparava il caffè, poi sedeva davanti alla capanna, all'ombra della roccia, e trapuntava una camicia, mentre Francesco leggeva un numero arretrato della Nuova Sardegna, o il poema sardo Su triunfu d'Eleonora d'Arborea, del poeta Dore di Posada.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 0
Era di giugno. Marianna, sciupata dalla fatica della lunga assistenza d'infermiera prestata allo zio, morto di una paralisi durata due anni, pareva uscita di prigione, tanto era bianca, debole, sbalordita: e per conto suo non si sarebbe mossa né avrebbe dato retta al consiglio del dottore che le ordinava di andare a respirare un po' d'aria pura, se il padre, che faceva il pastore ed era sempre stato una specie di servo del fratello prete, non fosse sceso apposta dalla Serra a prenderla, supplicandola con rispetto: "Marianna, dà retta a chi ti vuol bene. Obbedisci".
p. 729
E Marianna aveva obbedito. Aveva obbedito sempre, fin da quando bambina era stata messa come un uccellino in gabbia nella casa dello zio, a spandere la gioia e la luce della sua fanciullezza attorno al melanconico sacerdote, in cambio della possibile eredità di lui.