Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 63
- Domani, - disse dopo un momento, - domani tosiamo le pecore, zio Martinu. Verrete da noi, non è vero? Verrà mia madre, Pietro mio fratello e la sua fidanzata.
p. 63
Elias e zio Martinu ammazzavano un agnello grosso quanto una pecora: lo scuoiarono, lo squartarono e gli estrassero i visceri fumanti.
p. 63
L'aurora aranciata incendiava l'oriente, versando splendori d'oro roseo sull'erba e sulle pietre della tanca; ad ovest il bosco taceva sugli sfondi del cielo di lavagna chiara.
p. 64
- Eh, eh, cinghiale canuto, la vedi la sposa di Pietro? Si chiama Maddalena, e sa filare e cucire, e nessuno mai ha detto nulla sul conto suo. Guardala, la colomba bianca; non senti che emana profumo di rose? E questa è Arrita Scada, la vecchia colomba, la vedi, Martinu Monne?
p. 64
- Eh, eh, Martinu Monne, la senti la vecchia colomba? Ti ho ben detto ch'era savia come l'acqua!