Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 58
La carovana ferma là in alto, sui cavalli stanchi e sudati, lucenti sullo sfondo d'oro del cielo, aspettava che tutti giungessero, per rientrare uniti in paese e girar tre volte a cavallo attorno alla chiesetta del Rosario, la cui campana squillava già, lontana, argentina, salutando il ritorno del piccolo Santo.
p. 58
I pascoli lussureggianti, al cader della primavera, prendevano un verde dorato luminoso: i cardi aprivano i loro fiori d'oro e di viola, i rovi sbattevano le loro rose selvatiche.
p. 59
Oltre i cani c'erano nell'ovile un porchetto mansueto e malizioso, coi piccoli occhi vispi e carezzevoli che parevano occhi umani, un gattone nero ed un bel capretto bianco, che serviva di guida alle pecore, aprendo allegramente la strada allorché dovevasi varcare un passo difficile o guadare il rio.
p. 59
Quando non pascolava, il bel capretto stava sempre vicino a Mattia, seguendolo passa passo, rincorrendolo, saltandogli addosso, facendogli mille moine.
p. 59
Era un animaletto adorabile; andava nella capanna, molestava il gatto, giuocava col porchetto o col piccolo cane, e dormiva ai piedi di Mattia.