Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 422
Ma Giacinto ascoltava desolato a testa bassa, torcendo un poco la bocca con disgusto, e d'improvviso si buttò col gomito appoggiato sull'erba e il viso alla mano, masticando con rabbia l'avena.
p. 422
E avrebbe voluto curvarsi sul desolato «ragazzo» e dirgli: - sono qua io, non ti mancherà nulla! - ma non seppe che offrirgli di nuovo la zucca come la madre offre il seno al bambino che si lamenta.
p. 422
Ma Giacinto ascoltava desolato a testa bassa, torcendo un poco la bocca con disgusto, e d'improvviso si buttò col gomito appoggiato sull'erba e il viso alla mano, masticando con rabbia l'avena.
- Se sapessi, tu! Ma che puoi sapere, tu? C'è a Roma un principe che possiede terre quanto tutta la Sardegna, e un altro, uno che s'è fatto grande da sé, che quando succede qualche disastro nazionale offre denari più del re.
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Ebbene, forse meglio così nella vita! Anche lui si volse supino e chiuse i pugni: attraverso i buchi del tetto oscillavan le stelle e il loro tremolìo e l'incessante tremolío dei grilli parevano la stessa cosa.
p. 423
Si sentiva l'odore degli ontani e del puleggio; tutto era caduto in un silenzio tremulo come dentro un'acqua corrente.