Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 35
Una campana stridula suonava dall'alto, e i suoi piccoli rintocchi di gioia si spezzavano, si smarrivano in quell'immensità di cielo azzurro e di paesaggio verde.
p. 35
Gli uomini perdevano le berrette, le donne i fazzoletti; alcune tenevano i capelli sparsi, scioltisi nel moto affannoso del cavalcare.
p. 36
Era una famiglia numerosa quella del priore, con una prioressa magnifica, grassa e bianca come una vacca, con due belle figliuole e una nidiata di bimbi già vestiti in costume. Il più piccolo, ancora fasciato, aveva appena un anno; meno male che fra le masserizie appartenenti alla chiesa c'era anche una piccola culla di legno bianco, ove il bimbo fu subito deposto.
p. 36
Ah, quel profilo delicato e stanco, quel viso bianco e patito, quanta tenerezza le destavano!
p. 36
Subito dopo Elias tolse la sella alla cavalla, e questa col puledrino sfrenò al pascolo nella vicina brughiera.