Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 34
A un certo punto, in un'altra spianata, fra i lentischi, tutti si fermarono: alcune donne smontarono di sella, gli uomini bevettero.
p. 34
L'orizzonte stendevasi ampio e puro, il vento odoroso passava ondulando le verdissime brughiere: ineffabile sogno di pace, di solitudine selvaggia, di silenzio immenso appena rotto da qualche richiamo lontano di cuculo, e dalle voci sfumate dei viandanti.
p. 34
La mèta s'avvicinava; il sole s'avviava allo zenit, ma il vento gradevole, odoroso di rose canine, ne temperava l'ardore.
p. 34
Si scorgeva la chiesa, coi suoi muri bianchi e i tetti rossi, adagiata a mezza china tra il verdeggiar delle brughiere.
p. 35
Le rondini passavano stridendo sopra il cortile, quasi spaurite nel vedere quella grande solitudine di montagna così improvvisamente animata.