Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 21
E zia Annedda versava da bere. In breve la cucina fu piena di gente; zio Portolu gridava incessantemente, facendo sapere a tutti che i suoi figli erano tre colombi, e avrebbe voluto trattenere a lungo tutta quella gente; ma Pietro smaniava di far conoscere ad Elias la sua fidanzata, e insisteva per uscire e condurlo con sé.
p. 21
- Tu non hai veduto nulla. Alla tua età io non avevo veduto nulla; ma ho veduto dopo e so cosa sono i signori, e cosa sono i continentali e cosa sono i Sardi. Tu sei un pulcino appena uscito dall'uovo.
- Altro che pulcino! - , mormorò Elias, sorridendo amaramente.
- Un gallo, piuttosto! - , disse Mattia.
E il Farre, con finezza:
- No, un uccellino...
- Uscito dalla gabbia!, esclamarono gli altri, ridendo.
p. 21
- Ne vedrà bene dell'aria!-, rispose un parente.
- Quel suo volto di ragazza diventerà nero come la polvere da sparo.
p. 22
- Lo vedi?, - le gridò sul viso, - lo vedi, Arrita Scada! Il colombo è tornato al nido. Chi ci tocca, ora? Chi ci tocca? Dillo tu. Arrita Scada...
p. 22
- Sicuro che sono allegro. Cosa ne dici, tu? Non devo essere allegro? Non lo vedi il colombo? È ritornato al nido. È bianco come un giglio. E belle storie ne sa raccontare, ora. Arrita Scada, sentito hai? Siamo una famiglia, una casa di uomini, noi: e diglielo a tua figlia, che essa sposerà un fiore, non una immondezza.