Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 19
Altri però dicevano che anche lui era in carcere per affari di denaro. Era un uomo alto coi capelli bianchi come la neve; leggeva sempre. Un altro venne a morire, e lasciò ai detenuti tutto il denaro che aveva nel libretto.
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Inoltre il suo linguaggio aveva acquistato qualche cosa di particolare, di esotico; egli parlava con una certa affettazione, metà italiano e metà dialetto, con imprecazioni affatto continentali.
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- Ma ridiventerai nero -, disse Mattia. - Da domani cominciamo a trottare verso l'ovile, non è vero, fratello mio?
- Ch'egli sia bianco o nero poco importa -, disse Pietro. - Lasciate queste sciocchezze, lasciategli raccontare quello che raccontava.
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- E poi Elias non l'avrebbe permesso; gli avrebbe rotto i denti con un pugno. Elias è un uomo: siamo uomini, noi, non siamo bambocci di formaggio fresco come i continentali, anche se essi sono guardiani di uomini.
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Muoiono prima di spavento. Cosa sono i signori? Le mie pecore sono più coraggiose, così Dio mi assista.