Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 367
Zia Giuseppa non pronunziò parola: bruscamente indietreggiò fino all'ingresso del cortiletto e se ne tornò a casa scalpitando come una vecchia giumenta frustata.
p. 367
Ah, il vecchio sparviero voleva far pace con l'uccellino che aveva dapprima acciecato e mezzo divorato?
p. 368
Veduto Pretu allontanarsi e credendo che per quella sera non tornasse più, il nonno aveva atteso che le donnicciuole andassero alla sorgente e a cogliere l'alloro; s'era poscia alzato per avviarsi alla stamberga di Jorgj.
p. 368
Tempi da agnelli e da lucertole! Ebbene, che i vili se ne stiano coi vili; l'aquila non cesserà per questo di esser aquila.
p. 368
E la vecchia tornò a sedersi sul suo patiu, come un'antica abitatrice dei nuraghes, insensibile ai canti della notte serena, pieno il cuore di ricordi d'odio e di grandiosi progetti di vendetta.