Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 357
Jorgj guardava come affascinato la sottile lettera che gli tremava fra le mani, azzurra e profumata come un fiore, e non pensava ad aprirla.
p. 357
- Lombroso basa le sue esperienze su ritagli di cronache di giornali, dice lei? - gridava rivolto al prete. - Ma io rispetto più un numero di giornale con la data di oggi, di ieri, di un mese fa, che tutti i vostri antichi scartafacci. Il giornale è la realtà, ottimo amico; tutto il resto, compresi i libri di storia, tutto il resto è fantasia. Ebbene, questi sono fatti, questa è la verità; e questa brava donna che ha sognato suo figlio e s'è alzata ed è guarita è la prova che la nostra scienza non s'inganna.
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Nell'uscire dal cortile incontrò zio Remundu che tornava dall'ovile sul suo cavallo carico di fasci d'erba fra cui rosseggiava qualche papavero e spiccava l'oro di qualche ranuncolo.
p. 358
La figura di zia Simona s'era mossa dalla sua cornice nera: il nonno fermò il cavallo e salutò il prete.
p. 358
Parlava con ironia, il prete? Dall'alto del suo vecchio cavallo il nonno abbassò gli occhi che avevano ancora lo sguardo dell'aquila, e accennò di sì, di sì, approvando, ma pur esso alquanto ironico.