Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 352
- Il vecchio non è contento, perciò lo compatisco. Domenica scorsa è andato a Tibi ed è ritornato col muso come un vampiro. Sì, così ti dico; pare che Columba non stia volentieri lassù, in quel paese dove c'è più vento che qui...
p. 352
Al che Zuampredu diventò triste come la notte, ma rispose che era impossibile. E pare che adesso anche lui sia sempre di cattivo umore. Sai cosa ti dico, Pretu; ma non lo ripetere: è il castigo di Dio.
p. 353
Rivedeva Columba sulla veranda, con l'agnellino ai piedi, accanto il vaso di basilico, e il pensiero che ella oramai apparteneva ad un altro uomo gli dava un senso, se non di gelosia, di tristezza e di rimpianto.
p. 353
L'immagine di Mariana sostituì quella di Columba: ella tornò a sedersi sullo sgabello, davanti al letto di lui, con un mazzolino di rose in mano e il bel viso più bianco del solito velato da un'ombra che non era quella del gran cappello nero.
p. 353
Dai burroni della valle saliva il grido dei falchi in amore, e quello strido lamentoso che pareva il gemito d'un desiderio inappagato gli ricordava il suo doloroso idillio.