Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 343
- Sono i parenti nuovi? - domandò accennando ai giovani col suo vincastro.
- E gli sposi dove si nascondono?
- Sono lassù, all'ombra della quercia. Venite lassù a bere?
p. 344
Ziu Arras guardò Columba che era balzata in piedi appoggiando una mano al tronco della quercia, e ammiccò accennandole il nonno, quasi volesse dirle: come sa fingere! Certo, se il nonno fingeva, fingeva bene; mentre Columba, che aveva capito tutto fin dalle prime parole del vecchio, tremava visibilmente appoggiandosi alla quercia per non cadere.
p. 344
Mentre il marito di Banna, che non aveva aperto bocca ma aveva capito anche lui ogni cosa, sollecitava i giovani a rimettere le selle e i freni ai cavalli, ella si staccò dal tronco e mettendosi davanti a ziu Arras a sua volta strizzò lievemente un occhio.
p. 344
- Va bene, ti farò trovare il capretto arrostito... Adiosu, Columbé; buona fortuna e figli maschi. Non dimenticarti del paese natìo.
p. 345
E d'un tratto, mentre la voce del nonno risuonava furibonda fra il nitrir dei cavalli impazienti di ripartire, ella si piegò come per sedersi, tese le braccia in avanti e cadde distesa a bocca a terra ai piedi del suo sposo.