Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 323
Pretu dapprima credette che il padrone sognasse, ma poi sentì davvero un passo di cavallo nel viottolo.
- È zio Remundu che torna... Adesso vado ad ascoltare cosa gli dice Columba...
p. 323
Il vecchio cavallo del nonno ruminava l'erba, insensibile alle vicende dei suoi padroni.
p. 323
Nel silenzio, anche i cani e i galli tacevano, si sentiva la voce di Columba ma lontana, dal portico, e solo si distingueva qualche parola; a un tratto però la voce del nonno tonò in cucina, così forte che Pretu si scostò di là spaventato.
p. 323
Il vento era completamente cessato; nell'alba argentea come un chiaro di luna, un grillo cantava ancora; e quel zirlio tremulo dava a Pretu l'idea d'un filo che uscisse dalla bocca della bestiola, sottile come quello dei ragni, imperlato dalla rugiada.
p. 323
Il cielo si colorava sopra la straducola, in fondo alla quale si vedeva una lontana cima di monte rossa come un bocciuolo di rosa.