Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 251
- Babbu Corbu, devo dirvi una cosa... La sorella del Commissario disse a Martina che Jorgeddu s'è ammalato di crepacuore... perché io l'ho calunniato...
p. 251
Il vecchio si curvò, prese rapidamente con due dita una piccola brage e la mise entro la sua pipa nera; indi strinse il bocchino fra i denti e guardando se il tabacco s'accendeva disse: - Sì, il dottore è stato sempre un pazzo; se però queste cose le fan gli altri, lui balza sopra una cima e comincia a urlare come un cane...
p. 252
- E che cosa vuoi farci? Se fossi stato giovane avrei detto: «andrò e taglierò la lingua al cavallo di Giuseppa Fiore, per punir lei della sua maldicenza»
p. 252
- È vero, babbu Corbu, è vero! Tutti parlano male di noi; tutti pretendono di calpestarci perché siamo soli... Voi siete vecchio, noi siamo donne. Ignassiu, il marito di Banna, è come se non ci fosse: egli non pensa che alle sue capre e alle sue vacche.
p. 252
- È vero, babbu Corbu, è vero! Tutti parlano male di noi; tutti pretendono di calpestarci perché siamo soli...