Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 411
La porticina era aperta, ma dentro tutto era nero, e solo ai richiami timidi di Noemi la vecchia s'avanzò dalla profondità scura della stamberga con un tizzone acceso in mano.Il barlume rossastro faceva scintillare i suoi gioielli.
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Un gran fuoco di lentischi, come lo aveva veduto Noemi fanciulla, ardeva nel cortile di Nostra Signora del Rimedio, illuminando i muri nerastri del Santuario e le capanne attorno.
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Gli uomini, venuti alla vigilia per portare le masserizie, eran già ripartiti coi loro carri e i loro cavalli: rimanevano le donne, i vecchi, i bambini e qualche adolescente, e tutti, sebbene convinti d'esser là per far penitenza, cercavano di divertirsi nel miglior modo possibile.
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- Andrò a chiamare qualcuno per mandarlo al podere. Ma io dalla vossignoria non vengo, no: la casa non la lascio in balìa del folletto.
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Le dame Pintor avevano a loro disposizione due capanne fra le più antiche (tutti gli anni ne venivan fabbricate di nuove) dette appunto sas muristenes de sas damas, perché divenute quasi di loro proprietà in seguito a regali e donazioni fatte alla chiesa dalle loro ave fin dal tempo in cui gli arcivescovi di Pisa nelle loro visite pastorali alle diocesi sarde sbarcavano nel porto più vicino e celebravano messe nel Santuario.