Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 228
Le donnicciuole s'erano già accorte della visita e curiosavano nella strada; la porta di Columba era chiusa, ma il viso felino di Banna appariva ad una finestra.
p. 229
Non si svegliò neppure quando Pretu arrivò di corsa per dirmi che attaccavano i cavalli alla corriera.
p. 229
Quest'impressione mi durò lungo tempo; mi pareva che anche gli sconosciuti, se mi guardavano, prendessero verso di me un'attitudine sospettosa.
p. 231
Una donna alta, pallida, dal profilo aquilino e i grandi occhi neri sormontati da due sopracciglia così folte e mobili che sembravano baffi, guardava in su reggendosi con le mani una corbula sul capo.
p. 231
Tutto il santo giorno Banna seduta al sole davanti alla sua porta mentre cuciva le brache di grossa tela per suo marito non parlava che del matrimonio di sua sorella, della casa, del bestiame, dei servi, delle tancas, dell'orto e del chiuso dello sposo: se qualche donnicciuola maligna accennava a Giorgio Nieddu, ella sospirava tirandosi il lembo del fazzoletto sul viso e non rispondeva.