Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 224
Il terribile pensiero continuava a percuotermi il cranio: vedevo rosso, avevo desiderio di urlare.
p. 226
Io aspettavo Columba, ma ella non veniva: in vece sua venne il marito di Banna e mi disse che tutto si riduceva ad un pettegolezzo; che era la mia matrigna a diffamarmi, e infine che io esageravo e cercavo tutti i mezzi per abbandonare Columba.
p. 227
Era una notte interlunare, ma io distinguevo i profili neri del paesaggio, vedevo qua e là qualche luce lontana e sentivo il profumo che saliva dalle macchie, un profumo così intenso che quasi mi dava un senso di ebbrezza.
p. 227
Ma un giorno uscii: passando davanti alla fontana vidi le donne guardarmi con curiosità e mormorare, e in piazza mi parve che gli sfaccendati e i pregiudicati mi salutassero ammiccandomi come ad un nuovo compagno.
p. 228
Il volto rosso solcato da due lunghi baffi gialli aveva un'espressione di noia.