Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 208
Sembrava un Dio corrucciato: i suoi occhi verdognoli scintillavano feroci.
p. 208
Avrei voluto cacciarle fuori ma non osavo perché la presenza del cadavere con quel viso violetto che pareva sogghignasse di dolore e di beffe mi imponeva rispetto.
p. 210
L'anno scorso tornai per Pasqua: da Nuoro presi a nolo un cavallo e rifeci la strada percorsa la prima volta con mio padre.
p. 210
In fondo alla valle già coperta d'erbe e di fiori una striscia violacea di puleggio fiorito accompagnava la striscia argentea del ruscello; sulle roccie cresceva il musco novello e da ogni cespuglio, da ogni pietra pareva salisse un soffio profumato.
p. 210
Il canto degli uccellini mi sembrava un grido di gioia affievolito nel silenzio del paesaggio, e mi sentivo così felice che mi pareva di formare una cosa stessa con la natura.