Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 191
Una donna che tornava dalla fontana mi disse: - Ohi, ohi, matrigna tua sembra una biscia calpestata: va, va, che t'aspetta!
p. 191
- Pagherò! Non s'è mai sentito dire che Remundu Nieddu sia un mal pagatore: ho vacche, ho capre, ho intenzione di far di mio figlio un notaio.
p. 191
Del resto essi parlavano a voce alta e pareva litigassero; un vecchio con una lunga barba gialla seduto all'orientale sopra la panchina attigua cercava di metterli d'accordo.
p. 192
- Che m'importa? Io andrò a correre i cavalli alla festa del Salvatore!
p. 192
Ma appena sentiva il rumore degli scarponi ferrati di mio padre che risuonavan sui ciottoli del cortile come ferri di cavallo, ella mutava fisionomia, di severa e minacciosa diventava dolce e servile; preparava il tagliere, deponeva il canestro del pane accanto al focolare e mi diceva:
- Avvicinati, cuore mio, mangia; avrai fame.