Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 186
A un tratto, dopo che il corteo ebbe passato il guado di un ruscello, in un piccolo avvallamento coperto di erba e di fiori violetti, un uomo a cavallo, armato come un guerriero, stretto in un cappotto nero e col cappuccio sul capo, uscì dal bosco e raggiunse il vescovo.
p. 186
L'uomo non era più giovane, ma ancora forte poggiava sulla sella come su una sedia: non un suo muscolo si muoveva, mentre il cavallo camminava come per conto suo, abituato al peso e alla mano che gravavano giorno e notte su lui.
pp. 186-187
Dall'alto del suo cavallo baio zio Remundu Corbu taceva guardando con un certo disprezzo la scena. Alla fine l'Arras spronò il suo cavallo e se ne andò senz'aver concluso nulla, e tutti gli diedero torto.
p. 186
Il cerchio nero del cappuccio incorniciava un viso arcigno quasi interamente coperto da una barba grigia ispida le cui due punte si volgevano diabolicamente in su: il bianco degli occhi diffidenti e della dentatura ancora intatta spiccava fra il grigio ed il nero della figura selvaggia.
p. 187
Finalmente arrivammo alla chiesetta della Madonna del Buon Consiglio che sorge a metà strada fra il paese di Oronou e quello di Tibi. Da quest'ultimo paese erano convenute molte famiglie imparentate con quelle di Oronou, per prender parte alla pace.