Grazia Deledda
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 175
- È morto? - gli gridò Margherita all'orecchio. L'uomo trasalì: la sua faccia ispida che ricordava quella del cinghiale espresse uno spavento infantile.
p. 175
- Da ieri non aprono più; non ho più veduto nessuno, - disse il mendicante, e si fece il segno della croce con una medaglia nera che teneva sul petto, - Sant'Elia e San Francesco lo aiutino... Bisogna chiamare il prete.
p. 175
La porta era fermata all'interno da tre grosse pietre. Giorgio guardava dal suo letto, coi grandi occhi spalancati pieni di angoscia. La porticina in fondo era aperta e vi si scorgeva un lembo di paesaggio grigio e verde dorato dal sole.
p. 175
Margherita correva già, spaventata, e in breve la sua figura bruna sparve in fondo al viottolo giallo di sole.
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Il dottore, che torceva le grosse labbra da ruminante, non si volse neppure: a un tratto scoppiò a ridere.
- E tu credi che Giuseppa Fiore non possa scendere e risalire il sentiero? Chi può fermare quella giumenta? E gli altri anche?&rdquo