Grazia Deledda

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Quasi per smentire questa pietosa diceria il malato aprì gli occhi, grandi occhi lucenti d'un nero dorato, e si animò come un morto che risuscita: il suo viso si colorì, e fra le labbra aride apparvero i denti intatti bianchissimi.

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La camera vasta e bassa con le pareti color terra e il soffitto di assi nere di fuliggine, un tempo doveva aver servito da cucina perché nel centro, sul pavimento di fango battuto, si notavano ancora le quattro liste di pietra del focolare; sarebbe parsa un sotterraneo, senza un filo di luce azzurrognola che penetrava dallo sportello di una porticina che dava sul ciglione opposto al cortile.

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I lineamenti erano delicati, la fronte alta nascosta sulle tempia da due bande di capelli neri finissimi: sotto la pelle di un grigio azzurrognolo si delineavano le ossa, e le palpebre larghe dalle lunghe ciglia sembravano tinte col bistro.

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La vecchia gli prese la lunga mano scarna dalle unghie violacee tenute con cura.

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- Questo non mi avrebbe trattenuto, figlio caro. Ma ho avuto anche altri impicci: sto accomodando la casa perché devo alloggiare il Commissario regio. Tu sai che hanno sciolto il Consiglio comunale, perché c'era chi mangiava a due palmenti, figliuolo mio, e siccome anche gli altri volevano mangiare ne nasceva questo: che tutti si azzuffavano come i cani davanti all'osso...

flora e fauna, modi di dire