Giacinto Satta
Sassari, Tipografia della Nuova Sardegna
Il tesoro degli angioni
Giacinto Satta
p. 3
Il sereno, che aveva sollevato la lanterna per esaminare il suo interlocutore, parve rassicurato nel vedere un viso giovanile, bruno, dal naso aquilino, con una lieve traccia di baffi che ombreggiava appena il labbro superiore e due grandi occhi neri che lo fissavano franchi e fermi.
p. 4
Al lume della lanterna che il sereno aveva sollevato dinanzi a sé, videro un uomo seduto per terra, il dorso appoggiato al muro e la testa china sul petto, su cui fluiva una lunga barba incolta e bianca.
pp. 4-5
L’italiano prese allora la chiave e ben presto l’uscio si aprì dando l’adito ad una stanzuccia dal soffitto bassissimo, dalle pareti nude, annerite dalla polvere.
p. 8
Mandò giù a stento qualche sorso dell’ardente bevanda ed un fugace rossore gli salì al volto.
p. 14
Nel fondo di questa cantina, all’angolo estremo di sinistra, sotto lo strato di terriccio sparso uniformemente dapertutto sul suolo delle cantine, è una pietra quadrangolare, una larga pietra nera i cui lati alquanto irregolari formano presso a poco un quadrato.
Il tesoro è la sotto. Nell’angolo corrispondente a questo punto troverai nel muro, una pietra bianca macchiata e rigata...