Giacinto Satta
Sassari, Tipografia della Nuova Sardegna
Il tesoro degli angioni
Giacinto Satta
p. 199
Un nuvolone, nero come l’inchiostro, si era steso su gran parte del cielo già fosco e s’addensava sulla città.
p. 206
Una valle stretta e profonda s’apriva dinanzi a loro: nell’oscurità diafana si distinguevano però le macchie bianche delle nude roccie calcaree tra il nero della vegetazione.
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Guardando con attenzione giunsero a distinguere una massa biancastra, come un grosso dado nella macchia scura delle piante.
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Finalmente il cielo cominciò ad imbiancarsi sulla loro sinistra, e la valle si spiegò sempre più nettamente ai loro occhi.
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Il Perfughese non li aveva ingannati: egli aveva esattamente descritto la disposizione dei luoghi: videro la casa, tuffata a mezzo nel verde delle piante.