Fra i dieci volumi della collana "Scrittori Sardi" che il Centro di Studi Filologici Sardi e la casa editrice Cuec hanno mandato in libreria all'inizio dell’anno - tutti i titoli sono di forte richiamo - ce n’è uno che si può definire, e per molte ragioni, interessante e curioso: Alpinismo a quattro mani di Giovanni Saragat e Guido Rey.
Singolare è, intanto, il primo dei due autori: Giovanni Saragat, il figlio dell’avvocato Pietro Saragatu che firmava articoli giornalistici e libri con un Saragato trasformato in "Toga Rasa". E, quindi, c’è la curiosità di un cognome che ha perduto, nel tempo, la sua finale. Una curiosità che non è sfuggita a Ignazia Tuveri che ha scritto la biografia di Giovanni Saragat (e meritoriamente anche la bibliografia delle sue opere e quella critica). Scrive infatti la Tuveri: "Di famiglia gallurese (Tempio Pausania), Pietro Saragatu vive e muore a Sanluri. E Giovanni nasce a Sanluri il 14 novembre 1855. Sulla tomba di Pietro è apposta una lapide che riporta il cognome Saragat, già privo della u finale. Non è esatto, quindi, che quella u sia stata soppressa da Giuseppe - figlio di Giovanni e futuro Presidente della Repubblica italiana - quando era esule in Francia".
Un’altra curiosità è questa: per oltre dodici anni Giovanni Saragat ha collaborato a L'Unione Sarda affrontando argomenti vari: "Come vive una famiglia di contadini", "Delitto per amore", "Festa campestre: Santa Ruina di Morgongiori", ecc. Curiosità nella curiosità: per il primo anno Saragat ha collaborato anche con La Nuova Sardegna, poi ha smesso: forse perché un articolo identico era comparso, nello stesso giorno, sui due quotidiani.
Giuseppe Marci , curatore della riedizione e autore di un corposo saggio introduttivo, dice giustamente che di Giovanni Saragat ci sono molte cose che non sappiamo e promette studi ulteriori. Ma, intanto, è interessante sapere che ha trascorso la fanciullezza fra Sanluri e Tempio, che ha studiato al Liceo Dettori (e l'ha dovuto lasciare dopo un diverbio, in classe, con un insegnante), che si è laureato in Giurisprudenza a Cagliari quando aveva soltanto vent'anni. È a Torino che diventa, poi, valente penalista, attivo pubblicista e, in particolare, appassionato alpinista. Ed è da questa passione che nasce l’amicizia con Guido Rey, "fotografo, scrittore, maestro e poeta dell'alpinismo italiano". Con Rey firma, a quattro mani appunto, il godibile volume sull’alpinismo e i suoi cultori.
Gianni Filippini