"Grazie
Sulis": queste le parole con cui il professor Giuseppe Marci
chiude la serata. L’Inno del Mannu, cantato con una certa
commozione da Franco Madau, sovrasta gli applausi del pubblico
e mentre molti dei presenti si avvicinano agli organizzatori per
complimentarsi, chi con una stretta di mano chi con un abbraccio,
il professor Marci regala una rosa a tutte le ragazze che hanno
preso parte allo spettacolo.
Il
pubblico poi si allontana e con esso anche gli organizzatori,
viene smontata la scenografia, vengono riposti gli strumenti musicali
e le apparecchiature acustiche. L’aula resta vuota ma persiste
il ricordo di una serata che non può essere dimenticata e che
rappresenta la prova tangibile dell’importanza di andare alla
scoperta di quegli autori sardi il cui lavoro è rimasto inosservato
o la cui esistenza è oscurata dal trascorrere del tempo.
Da
cosa nasce il desiderio di portare alla luce questi autori? Il
minimo comune denominatore delle tante risposte che possono essere
date a questa domanda è il voler conoscere i protagonisti della
nostra storia, coloro che hanno fatto del popolo sardo un’entità
originale capace di conservare nel tempo le sue peculiarità. Aspetto
complementare alla scoperta è quello della divulgazione. Se è
vero, come ha detto il professor Marci, che insegnare vuol dire
mettere a disposizione le informazioni in maniera semplice e lineare,
è anche vero che il processo di apprendimento può essere stimolato
da fattori quali l’interattività, la dinamicità e l’eterogeneità
della lezione. Questa sembra essere l’idea ispiratrice dell’intera
serata, nella quale l’aspetto didattico, i canti, i balli e la
recitazione hanno contribuito, seppur in termini diversi, a far
conoscere Vincenzo Sulis, autore di un testo che dopo quasi duecento
anni continua ad offrire occasione di discussione.
L’obiettivo
dell’iniziativa è quello di portar fuori dagli ambienti accademici
e prettamente specializzati la conoscenza di molti autori sardi,
poco noti al grande pubblico e agli studenti delle scuole superiori.
Già gli Istituti di Cagliari, Elmas, Oristano e Palau avevano
ospitato la presentazione della vita di Vincenzo Sulis e del contesto
storico nel quale si era sviluppata.
In
conclusione si è trattato di un’esperienza didattica innovativa
che si inserisce in un quadro di ricerca ben più ampio, quello
portato avanti dalla cattedra di Filologia Italiana della Facoltà
di Lingue in collaborazione col Centro di Studi Filologici Sardi
e che già ha un’importante espressione nella collana Scrittori
sardi pubblicata in collaborazione con la CUEC editrice.