Opera di riferimento: Agricoltura di Sardegna
Marmariscu, s. m. sing. malavischio (Althea officinalis L.). Questa forma non appare censita né dal Wagner né dal Paulis; tuttavia quest’ultimo riporta le voci “mármara vóina” ossia malva bovina, in relazione alle sue dimensioni, e le voci “prammarisku” e “parmarisku”, in quanto, essendo edibili e di sapore gradevole, “la palma nana e la malva sono oggetto dello stesso tipo di attenzione da parte dei ragazzi” (G.Paulis “I nomi popolari delle piante in Sardegna” Sassari, 1992, pag. 373) si tratta quindi di un incrocio di palma X marma < MALVA che rimanda al latino MALVA EVISCUS (continuaz. del lat. class. HĬBISCUS). La forma marma < MALVA ha probabilmente seguito il seguenti passaggi: MALVA > marba (con rotacismo e betacismo tipici del sardo) > marma (con assim. della occlus. bilab. son. alla corrispondente nasale in relaz. alla “m” incipitaria della sillaba tonica) DES, voc. “márva”. In “Agricoltura di Sardegna” di A. Manca Dell’Arca, parte quarta, capo IV, pag. 236.