Con traduzione italiana
Il curatore
Giovanni Lupinu è nato a Sassari nel 1967. Professore associato di glottologia e linguistica nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Sassari, ha pubblicato, fra le altre cose, i volumi Latino epigrafico della Sardegna. Aspetti fonetici («Officina linguistica» III/3, Nuoro 2000) e, col Centro di Studi Filologici, Il libro sardo della confraternita dei disciplinati di Santa Croce di Nuoro (XVI sec.) (2002), Il Vangelo di San Matteo voltato in logudorese e cagliaritano. Le traduzioni ottocentesche di Giovanni Spano e Federigo Abis (2004; in collaborazione con Brigitta Petrovszki Lajszki) e Le chiese e i gosos di Bitti e Gorofai. Fonti documentarie e testi (2005; in collaborazione con Raimondo Turtas).
L'opera
Da
una sinergia fra l'ISTAR (Istituto Storico Arborense) il Centro di Studi Filologici Sardi nasce la prima edizione critica della Carta de Logu dell'Arborea, curata da Giovanni Lupinu con la collaborazione di Giovanni Strinna. Il lavoro si basa sull'unico manoscritto della Carta de Logu che ci sia pervenuto, databile al terzo quarto del XV sec., oggi custodito presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari. Tale manoscritto era stato pubblicato all'inizio del secolo scorso dallo storico del diritto italiano Enrico Besta: la trascrizione del Besta, tuttavia, è viziata da una serie di mende ed errori che sino a oggi non hanno consentito agli studiosi la corretta lettura e interpretazione di numerosi passi del codice legislativo arborense.
Della Carta de Logu dell'Arborea, inoltre, conosciamo una decina di stampe, a partire dall'incunabolo che si data intorno al 1480, passando attraverso l'importante edizione madrilena del 1567 commentata dal giureconsulto sardo Girolamo Olives, per giungere infine all'inizio dell'Ottocento, con la famigerata edizione romana di Giovanni Maria Mameli de' Mannelli (che ha avuto larga fortuna, nonostante sia forse la peggiore in senso assoluto) e una quasi sconosciuta edizione francese.
Tutte le stampe (e a maggior ragione quelle più vicine ai nostri tempi) rappresentano uno strato del testo più recente, in cui si sono ‘incrostate' modificazioni successive: la nuova edizione curata da Lupinu con la collaborazione di Strinna, oltre a restituire un testo filologicamente affidabile e a portare una serie nutrita di novità sulle vicende del codice legislativo arborense, dimostra con solidi argomenti che il manoscritto cagliaritano testimonia la versione della Carta de Logu più vicina alla volontà di Eleonora di Arborea, che la promulgò tra la fine degli anni '80 e i primissimi anni '90 del Trecento.
L'opera, dopo un'Introduzione di Lupinu e un contributo codicologico di Strinna, presenta l'edizione del testo sardo, con un apparato critico in cui l'editore offre al lettore testimonianza del proprio percorso scientifico per giungere alla fissazione del testo; comprende inoltre una traduzione italiana a fronte, una serie di tavole che illustrano alcune carte del manoscritto e i frontespizi delle stampe del codice arborense (in una, in particolare, sono riprodotte le filigrane per la prima volta rilevate nel manoscritto), e infine un glossario che guida il lettore nella comprensione del testo.
Il volume esiste in due versioni: una istituzionale, per le finalità statutarie dell'ISTAR e del Centro di Studi Filologici Sardi che ne hanno promosso la pubblicazione, e una commerciale, destinata alla vendita.