L'autore
Pasquale Stoppelli insegna Filologia italiana all'Università di Roma "La Sapienza". I suoi interessi di studio, riferiti in prevalenza ad autori tre-cinquecenteschi, hanno riguardato soprattutto l'edizione del testo, la filologia attributiva e le applicazioni delle tecnologie informatiche alla ricerca filologica. Suoi volumi recenti: La "Mandragola": storia e filologia (Roma, 2005), un'edizione commentata della stessa commedia (Milano, 2006) e Machiavelli e la novella di Belfagor (Roma, 2007).
L'opera
La filologia italiana è nata come filologia dantesca, dunque sul fondamento di tradizioni interamente manoscritte. La filologia volgare inglese ha invece affinato i suoi metodi soprattutto su Shakespeare, le cui fonti testuali sono tutte a stampa. Dante e Shakespeare: il primo al di là, il secondo al di qua dello spartiacque gutenberghiano. Ma la tradizione letteraria italiana conta autori di prima grandezza anche successivamente all'invenzione della stampa (Ariosto, Machiavelli, Tasso e tutti gli altri), per i quali l'indagine filologica non può prescindere dall'applicazione del metodo bibliografico, e in special modo di quel settore della ricerca bibliografica che va sotto il nome di textual bibliography. La tipologia dell'oggetto materiale che veicola il testo, sia manoscritto o libro a stampa, determina infatti in maniera differente i modi della sua trasmissione, richiedendo di conseguenza tecniche di analisi e di ricostruzione altrettanto differenziate.
Fino agli anni Ottanta del Novecento la filologia italiana ha applicato agli autori trasmessi da stampe gli stessi metodi impiegati per quelli trasmessi da manoscritti. L'uscita in prima edizione di questo volume (1987) portava a conoscenza degli studi italiani alcuni dei saggi teorici più significativi della critica filologica anglo-americana, contribuendo così a innovare in relazione ai testi a stampa il quadro metodologico di riferimento. La sua riproposizione oggi non solo rimette in circolazione quei saggi, da considerare ormai dei classici della nuova filologia, ma mira anche a fare un bilancio dei progressi registrati in Italia negli ultimi vent'anni nel nuovo ambito di studi.