L'autore
Paolo Maninchedda insegna Filologia romanza all’Università di Cagliari.
L'opera
Ogni qualvolta si parla di “Origini” si fa violenza al naturale continuum della storia, la quale conosce cesure (il più delle volte tragiche), ma non definitive interruzioni. D’altro canto, la consapevolezza del fatto che molto spesso gli eventi hanno radici profondissime può condurre, se non si stabilisce anche arbitrariamente un inizio, a ripartire sempre dalle origini del mondo, per qualunque vicenda o processo si voglia ricostruire. Non è però così semplice assumere un intervallo cronologico entro cui ricostruire l’oggetto di una ricerca, perché esso deve essere supportato da ragioni documentate e non solo dalla sua funzionalità alle esigenze dello storico. Individuare tali ragioni significa, in ultima analisi, riconoscere l’efficacia di tutto ciò che nella storia agisce contro la trasmissione completa del sapere: guerre, decadenze, improvvise distruzioni, stragi, incendi e quant’altro; significa insomma cogliere le tracce di quella forza (a volte è solo inerzia) che contrasta ciò che chiamiamo tradizione e che, se da un lato rappresenta la più seria minaccia alla trasmissione del sapere, dall’altro è stata sempre anche uno dei fattori attivi dell’innovazione. Le più antiche attestazioni scritte del sardo sono datate o databili ad un periodo compreso tra gli inizi della seconda metà dell’XI secolo e i primi vent’anni del XII. L’intervallo temporale di riferimento di questi testi è il nostro terminus ante quem, in quanto ciò che ci interessa è anche il lungo percorso che li precede e che risulta essere illuminabile – dato il carattere frammentario delle fonti – solo attraverso le sedimentazioni e le stratificazioni linguistiche, culturali e storiche di cui essi sono testimoni e custodi. Il terminus post quem è un periodo ampio che va dal 455, data della conquista dell’Isola da parte di Vandali di Genserico, alla morte di Gregorio Magno (604); 604); un secolo e mezzo, dunque, durante il quale la Sardegna, in ragione di eventi di cui parleremo, struttura l’eredità del mondo antico e la consegna al Medio Evo isolano.